Situata nella frazione di Santa Croce la chiesa è la  testimonianza di un antico eremo di origini matildiche. L'abside, il campanile e la struttura sono romanici, ma viene consacrata solo nel 1479. All'interno sono presenti affreschi rinascimentali.
Santa Croce, quasi al baricentro del territorio comunale sul canale Lagurano, è una borgata-frazione di Sermide, è una parrocchia ed è soprattutto la sua chiesa, antica grangia benedettina dipendente dall'Abbazia di S. Maria Assunta di Felonica.

chiesa_santa_croce

La borgata deve il nome al miracolo della croce illustrato con affreschi e con scritte nel coro della chiesa, ingrandita nel 1479.

Secondo la pia leggenda illustrata nel coro, un uomo di Felonica andò in pellegrinaggio a Gerusalemme per chiedere il miracolo della vista. Là  egli incontra un sant'uomo che gli consegna una croce dicendogli diportarla a Felonica.

affreschi2

affreschi1

Ritornato, la croce viene recata in processione nelle paludi sermidesi del Lagurano e posta sopra un salice che germogliò in forma di croce. Sotto uno degli affreschi si legge  o "meglio si leggeva"  la seguente scritta:

FV VN HVOMO DA FELONICA
IL CVI NOME GIOVANNI CVOCO
IL QVALE ERA CIECO DESIDERO
SO D'ESSER SANATO FECE VOTO IN HYERVSALEM. QVO COMPLETO
GLI APPARSE VN SANT'HVOMO GLI DIMANDO DI DOVE ERA, LVI
DISSE ESSER MANTOVANO, ED LVI SAI LAGVRANO, RISPOSE SAPERLO
ED LVI TOLLI QVESTA CROCE PORTA
LA IN DETTO LVOGO ED LI
NE RICEVERAI LVME (HIS DICTIS) QVE
ST HVOMO RITORNO' CO LA CRO
CE ANTE DICTA, VENNE A FEL LONICA,
ET DA POI CON PROCESIO NE LA PORTO' AL LVOGO PREDET TO
PIANTADO LA PIANTA DE SA LICE
STANDO IN ACQVA DA POI LI
POSE SOPRA LA PREDETTA CROCE,
E DE LI NACQVE LE FOGLIE ED RA DICE IN CROCE COME QVI APPARE

Su questa antica borgata, interessante anche dal punto di vista archeologico, esistono due Su questa antica borgata, interessante anche dal punto di vista archeologico, esistono due pubblicazioni: una storico-artistica di Balista, Depretis, Bovini e Zapparoli (1974) e una storico-archeologica di L. Mantovani (1990).

Nella sua opera del 1881 A. Portioli descrive la chiesa benedettina nei seguenti termini:

"La chiesa si compone di due parti; la navata di recente costruzione, e che altro non è se non il prolungamento dell'altra, e questa che rinserra il presbiterio ed il coro, e che costituiscono la primitiva chiesa, la quale per ciò era assai corta. L'esterno dell'emiciclo del coro è ornato da archi sporgenti a tutto sesto, a guisa di cappello di nicchie. È difficile il determinare, stando alla forma degli archi, anche approssimativamente l'epoca di questa costruzione, ma se si deve giudicare da esempi di simili archi, [...] parrebbe che non dovesse essere posteriore al secolo XIII. Comunque, è cosa che esce dal comune, poiché si vede che venne eseguita da chi conosceva per bene l'arte di costruire con eleganza di forme e di proporzioni, e come tale è da raccomandarsi agli studiosi dei monumenti antichi della architettura nostrana".

La grangia di Santa Croce aveva una sua dotazione di terreni di cui sono rimaste scarse tracce. Nel 1760, risultava in commenda al Vescovo Antonio Guidi di Bagno.